E' dalla ricerca storico-religiosa che lo psicologo francese Binet
trasferisce il termine feticismo in ambito sessuologico, nel XIX
secolo, per descrivere l'attrazione sessuale per una parte specifica
del corpo o per un oggetto. Grazie ai suoi studi, Binet scopre
che qualsiasi cosa può diventare un culto da venerare,
anche ciò che solitamente non è normale oggetto
di piacere: il feticista passa da una forma attiva in cui deve
possedere il feticcio, a una passiva in cui chiede di usarlo su
di lui, a una contemplativa in cui trae piacere dall'osservare
la propria collezione di feticci.
Anche
Freud, padre della psicanalisi, si dedica al fenomeno affermando
che un certo grado di feticismo fa parte della sessualità
di ognuno, ma può diventare perversione quando il feticcio
si sostituisce alla mèta normale e diventa unico oggetto
sessuale: così il culto diventa ossessione maniacale. Stekel
afferma che alla base del feticismo esiste una repulsione e una
componente sessuofobica: il timore per il coito fa privilegiare
una parte per sostituire il tutto ed avere protezione. Si sostiene
che il feticismo sia una componente prevalentemente maschile,
ma anche le donne non ne sono esenti.
Nel
caso specifico, il feticismo del piede ha una lunga storia e tantissime,
diverse sfumature: il piede nudo adornato dalle catene, ad esempio,
ha da sempre esercitato un fortissimo richiamo erotico; l'associazione
tra la catena e la schiavitù è assai chiara e ancora
oggi le cavigliere sono uno degli ornamenti decorativi più
apprezzati dai cultori del piede.
L'Asia
rispetto all'Europa in questo senso ha una predilezione speciale,
basti pensare alle donne cinesi e alle geishe: i loro piedi venivano
fasciati per impedirne la crescita e per renderli piccoli aggraziati,
usanza che risale a tempi lontanissimi, introdotta in modo stabile
a corte dal X secolo e con sempre più consensi, che esprime
simbolicamente la soggezione della donna ma anche l'appartenenza
a un'elevata classe sociale (la donna che aveva piedi grandi apparteneva
sicuramente a una classe povera perchè doveva lavorare
accanto al marito e non poteva permettersi la fasciatura del piede);
dagli anni Venti questa usanza declina e scompare ma il piede
rimane un oggetto erotico e simbolico di forte impatto nell'immaginario
comune.
Nella
cultura berbera sono invece note le decorazioni dei piedi con
l'hennè: foglie, labirinti di linee concentriche, figure
che erano simboli magici o di iniziazione che le donne si facevano
su diverse parti del corpo e anche sui piedi, usanza che continua
ancora oggi e che è stata esportata anche in Occidente,
spogliata dei suoi significati ancestrali e ora utilizzata dalle
giovani ragazze per abbellire caviglia, dita e collo del piede.
Secolo
dopo secolo, il fascino del piede è rimasto immutato, simbolo
sensuale e sessuale, nudo o su tacchi a spillo, velato con calze
o inguainato in stivali in pelle, con unghie smaltate o decorato
da anellini e cavigliere, stretto da corde o libero per solleticare
il corpo del partner: il web fornisce ai cultori una vasta scelta
e gli appassionati possono spaziare dai più comuni ai più
particolari feticci che riguardano questa parte del corpo così
venerata per la sua grazia e per il suo forte richiamo erotico.
Molti però preferiscono sedersi su una panchina e osservare
i piedi delle donne che passeggiano in centro e soffermarsi su
quelli più femminili e aggraziati.
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