Liliana Giménez

Intervista di Monica maggi


"Ho voluto fare un romanzo che trattasse il tema della discriminazione sessuale, che affrontasse la magia dell'amore come l'orrore dello stupro e l'abominio della pedofilia. Così arrivo a parlare anche di eros ma lo faccio in modo educativo: ogni donna deve capire che non ci possono e non devono essere argomenti tabù per i figli. Solo spiegando e facendoli ragionare su certi temi si evitano problemi nella crescita".

Liliana, come è nato il tuo interesse a queste problematiche?

Ci sono state due coincidenze: le orchidee e le sirene. Mi occupo di Fiori di Bach www.floriterapia.com e tre anni e mezzo fa studiavo le Orchidee dell'Amazzonia. In Colombia crescono spontaneamente più di tremila varietà. A quel tempo seguivo due pazienti Transessuali.La loro sofferenza di percorso e la loro difficoltà di accettazione sociale, la ghettizzazione per ripiego, mi avevano sensibilizzato molto. Trovai così l'argomento del mio secondo libro, questa volta scritto in italiano (il primo libro è stato adottato dalla Associazione di Donne Argentine Maltrattate), e perfino il titolo.

Perché "Il Volo della Sirena"?

La sirena, la donna senza vagina, una figura conturbante e ambigua per eccellenza, che rappresentava bene l'argomento prescelto del romanzo. E il volo perché rappresenta la capacità di emergere, di autoaffermarsi.

Inizi dunque a scrivere…

Iniziai a tirar giù un copione alla Almodòvar. Troppo complicato. Come mi muovevo rischiavo di grosso. All'epoca facevo analisi transazionale, il mio terapeuta finì la seduta domandandomi se forse non era meglio far parlare chi voce già c'è l'aveva. Mi sono sentita smarrita, ma comunque presi una decisione: conoscere una Trans, possibilmente latinoamericana per restare fedele al mio taglio letterario, la cui storia avesse un messaggio positivo da comunicare. La trovo quasi subito: giovane colombiana, bella, carismatica, solare. L'ideale per un lieto fine che getti un ponte di comunicazione fra gli estremi, fra "normali" e "diversi", affinché l'abisso fra i vari mondi si riduca. L'intenzione che mi animava era quella di provare ad aprire una finestra aperta sul mondo negato, offrire uno strumento di dialogo sociale. Ma senza morbosità, avrei scelto di insistere sugli aspetti umani e sentimentali della vicenda.

...e poi le interviste

Sì, e scopro che Diana discende in linea diretta dai fondatori spagnoli, e la sua balia dalla principessa india capotribù dei Talaga Calambas. Mi innamoro subito della storia, dei luoghi e dei personaggi. Mi metto alla ricerca etnologica, geografica, e storica della Colombia. Viaggio immaginariamente nell'entroterra culturale. Una cosa curiosa: attraverso una leggenda popolare scopro che molte delle tribù precolombiane erano ad organizzazione sociale matriarcale. Infatti, Diana cresce con accanto una figura femminile molto forte: la nonna, una pioniere, prima donna autista di autobus, amata dai suoi operai nelle piantagioni di cottone, tabacco, caffè e canna da zucchero.
E' stato molto interessante studiare che in America Latina in quasi tutti i popoli indigeni preistorici imperava l'ordine matriarcale, i doveri e i diritti dei figli si imponevano asseconda il clan materno, e i cui valori erano la solidarietà, l'assenza di possessioni, l'atteggiamento comunitario. Addirittura il padre simulava il parto, e poi restava recluso finché cadeva il cordone ombelicale, nel frattempo si lagnava e si provocava emorragie da taglio all'altezza dei polmoni per simulare il sangue del parto. I parenti facevano visita al padre e si prendevano cura di lui, mentre la madre, dopo il parto tornava subito ad armeggiare nella casa. Un giorno, però, l'uomo smette di essere nomade e viene a patti con le donne. Per prendere il loro potere si organizza in società segrete sessiste, selettive e discriminatorie, organizzate a struttura gerarchica, e prende corpo il potere patriarcale, i cui valori sono la ricchezza e la sua protezione, dunque le guerre, la povertà e la sottomissione.

Mi parli di come hai affrontato l'episodio delle violenze sessuali?

C'è un episodio di pedofilia subito all'età di 8 anni, colpevoli gli amici di famiglia. Il messaggio che il bambino tenta di inviare ai genitori attraverso i disegni, non viene interpretato da nessuno: lui da sempre disegnava sirene dalla faccia gialla e rotonda come il sole che rappresentavano i membri delle famiglia e le persone amiche. Dal momento dello stupro inizia a disegnare sirene dalla faccia viola, malata e angolosa, ma nessuno riesce a capirlo. Le sirene malate... ormai si era trasformato in una "missione" per me: le avrei fatto volare libere e sane, sorridenti, sulla Valle del Cauca, il paradiso terrestre colombiano pieno zeppo di orchidee selvagge... Sirene e orchidee, ecco le due coincidenze…

Progetti per il futuro?

Ci piacerebbe fare un film. La sceneggiatura è quasi pronta, la protagonista splendida. Questa è un'era di femminilità espansa. I Transessuali rappresentano al meglio la passione del nostro tempo inquieto e burrascoso, incarnano bene le tensioni e le contraddizioni delle metropoli, la terra di nessuno tra eterosessualità e omosessualità che cova nel profondo di ognuno di noi.
E' ora di rispettare le scelte ben motivate senza delegittimarle. E' ora di finire con i tabù che ci schiavizzano entro schemi rigidi e inflessibili e che limitano l'evoluzione. Penso che accettare la diversità sia sinonimo di maturità, elasticità, intelligenza e generosità; non accettarla, egocentrismo, piattezza, ottusità. La storia di Diana Casas è una vittoria di libertà in una società che relega i diversi in fondo, all'obbligo della clandestinità, alla prigione del moralismo infamante. Ringrazio il mio editore Di Renzo per aver creduto in questa storia, per avermi dato l'opportunità di contribuire con questo libro alla lotta contro la pedofilia e le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale.

Monica Maggi

Ritorna alla pagina precedente
Cerca un altro articolo
Lascia un tuo commento sul Forum
 
Cerca Editoriale
Cerca Attualità
Cerca Eros
Cerca Sex & Web
Cerca FotografiaCerca Interviste

 

 

© RossoScarlatto Communication